Apprendere e trovare gli spazi per imparare. Questo è il tema dell’articolo di oggi: pianificare lo studio in preparazione ad una prova orale o scritta. L’articolo ci fa capire come sia importante non ridursi la sera prima a studiare tutto il capitolo di storia. Trovi la traduzione originale QUI o la traduzione della nostra educatrice Alessia, qui sotto (attività non profit).
SPAZIO PER APPRENDERE
Oggi ho chiesto a Robert A. Bjork di condividere il suo consiglio della settimana. Questo è il terzo articolo di una serie in quattro parti sull’apprendimento. Potete leggere il primo qui e il secondo qui.
Quando ero uno studente, prima di un test, passavo spesso l’intera giornata a studiare, a volte stavo anche sveglio tutta la notte.
Il “cramming” (=accumulo) è una tradizione secolare tra gli studenti, che è sicuramente meglio che non studiare affatto. Ma se dovessi aver bisogno di ricordare quanto hai studiato in un secondo momento, magari per un corso successivo, allora “accumulare” è una pessima idea. Come mai? Perché il cramming è seguito da un rapido oblio.
Cosa porta all’apprendimento a lungo termine? Distanziare le sessioni di studio nel tempo.
La ricerca mostra che posticipare il momento in cui si ripassano i contenuti precedentemente appresi si traduce in un apprendimento migliore rispetto al ripassare subito. In altre parole, se prendessi le tre ore che hai passato a ripassare il giovedì sera prima del test del venerdì e, invece, studiassi un’ora il lunedì, una il mercoledì e una il giovedì, ricorderesti i contenuti molto meglio in futuro, ad esempio quando è ora di prepararsi per un esame finale.
Allo stesso modo, distanziare le sessioni di studio aiuta anche rispetto all’argomento che studi. In un esperimento, i ricercatori hanno fatto imparare agli studenti diversi concetti algebrici, come rappresentare graficamente le equazioni e trovare il raggio di un cerchio. Alcuni di loro si sono esercitati sui problemi un concetto alla volta, ad esempio lavorando sulla rappresentazione grafica di cinque equazioni in blocco prima di passare a un altro tipo di problema. Un altro gruppo si è esercitato con problemi di vario genere, non eseguendo mai lo stesso tipo di esercizio due volte di seguito. In un test diverse settimane dopo, gli studenti che si sono esercitati con un mix di problemi hanno ottenuto risultati migliori rispetto a coloro che si sono esercitati per blocchi.
Proprio come nel cramming, la fluidità che deriva dal fare gli stessi problemi di seguito dà la falsa sensazione di conoscere bene l’argomento. Lasciare più tempo tra le diverse sessioni di studio rimanda a una prova più vera di ciò che si sa veramente. In un senso molto reale, dimenticare (e poi rimparare) è amico, non nemico, dell’apprendimento.
Non lasciare che i giovani credano al mito che “fare la secchiata” prima di un test sia efficiente.
Incoraggia gli studenti a distanziare le loro sessioni di studio. E suggerisci loro di esercitarsi mescolando le cose, diciamo, studiando per un quiz di storia per mezz’ora, facendo i compiti di matematica e poi tornando a storia. Cambiare argomento potrebbe significare dimenticare parte del materiale in quel momento, ma sarà molto più efficace a lungo termine.
Con ottimismo e incoraggiamento,
Bob
Robert A. Bjork è un illustre professore di ricerca nel dipartimento di psicologia dell’Università della California, a Los Angeles.
Fonte:
Space to Learn (Character Lab di Angela Duckworth)