MANGIARE INSIEME: MENO SOLITUDINE, PIÙ CONDIVISIONE

“E’ pronto in tavola!”. Proprio così, in questo articolo si parla di….cibo: nello specifico ci parla di allergie alimentari, di come il cibo è sempre un momento per passare insieme del tempo con i propri coetanei. Avere un’allergia alimentare non è sinonimo di esclusione.
Trovi l’articolo originale QUI o la traduzione, qui sotto, della nostra educatrice Alessia (attività non profit)

MANGIARE INSIEME

Ho chiesto ad Ayelet Fishbach di condividere i prossimi due Consigli della Settimana. Quando mio figlio era in età prescolare, gli è stata diagnosticata la sensibilità al glutine. È una condizione lieve, ci ha assicurato il suo pediatra, dalla quale molto probabilmente sarebbe guarito con la crescita (e alla fine l’ha fatto). Ma per il momento doveva astenersi dal glutine. Modificare la dieta di mio figlio è stato relativamente facile, dal momento che pane e pasta senza glutine sono ormai onnipresenti. Quello che non mi aspettavo era il pedaggio sociale. Era così frustrato quando non poteva mangiare alle feste di compleanno dei suoi compagni di scuola che ogni volta ero tentata di andare a prenderlo prima che la torta – e le sue inevitabili lacrime – arrivassero. I pasti sono di per sé un’attività sociale. La maggior parte di noi preferirebbe mangiare insieme ad altri piuttosto che da soli, e con una buona ragione: condividere cibi simili crea una connessione sociale. Nella nostra ricerca, io e i miei colleghi abbiamo scoperto che un bambino che deve rinunciare a una torta di compleanno o a una pizza a una festa scolastica si sente meno privato di una sorpresa rispetto al legame sociale che genera la condivisione del cibo. In uno studio, abbiamo chiesto agli insegnanti delle scuole elementari di valutare ogni studente su affermazioni come “il bambino si sente escluso dalle cose” e “il bambino è benvoluto dagli altri bambini”. Abbiamo scoperto che gli studenti con restrizioni alimentari erano meno integrati, in altre parole, erano più soli. I bambini che erano nuovi nella classe o avevano difficoltà di apprendimento hanno vissuto un momento sociale ancora più difficile, ma avere un’allergia alimentare ha avuto un impatto maggiore sulla solitudine rispetto al non essere un madrelingua inglese. E l’effetto va ben oltre le allergie alimentari. In un altro studio, abbiamo assegnato agli studenti di età inferiore ai 21 anni il compito di giocare con altri che invece potevano consumare alcol legalmente. Quando gli studenti minorenni pensavano che i loro coetanei bevessero vino invece del sidro frizzante, si sono sentiti esclusi. Non pensare alle allergie alimentari solo come un problema nutrizionale. Il danno al benessere sociale è altrettanto significativo. Riconosci che l’atto di mangiare riguarda sempre più spesso la connessione che si crea rispetto a un interesse condiviso più che il cibo stesso. Per compensare, i giovani con allergie alimentari possono formare legami in altri modi, ad esempio partecipando a sport di squadra, suonando uno strumento come parte di un ensemble o usando il tempo passato davanti allo schermo per giocare a giochi di squadra per computer. Le restrizioni alimentari possono essere in aumento, ma la solitudine non deve esserlo.
Con gratitudine,
Ayelet

Ayelet Fishbach, professoressa presso la Booth School of Business dell’Università di Chicago, è l’autrice di “Get It Done: Surprising Lessons From the Science of Motivation.”

Fonte:
Eating Together (Character Lab di Angela Duckworth)