L’idea di Mike, di cui si parla dell’articolo è quella di una scuola diversa: un luogo dove dare spazio alla creatività e dove si è felici di stare; così felici da non accorgersi del tempo che passa. Ed è questa il tema dell’articolo: il flusso. Il tempo che scorre senza rendersene conto. A tuo figlio è mai capitato?
Trovi l’articolo originale QUI o la traduzione, qui sotto, della nostra educatrice Alessia (attività non profit)
ALLA RICERCA DEL FLUSSO
Questa è la prima di una serie in due parti sull’eredità di Mihaly Csikszentmihalyi, scomparso a ottobre. Anni fa, quando ero ancora alla scuola di specializzazione, un sabato sono andato in laboratorio per recuperare un libro che avevo lasciato sulla mia scrivania. I corridoi e gli uffici erano bui e silenziosi. Libro in mano, mi affrettai a tornare in ascensore. E poi, dal nulla, è apparso lo psicologo Mihaly Csikszentmihalyi, vestito di nero dalla testa ai piedi e con in una mano un libro tutto suo, nell’altra una tazza di caffè. Ci siamo scambiati i saluti. Poi ho chiesto: “Cosa ci fai qui?” Sapevo che Mike (così lo chiamavano tutti) stava visitando il nostro laboratorio per l’estate. Semplicemente non mi aspettavo di vederlo lì in un perfetto e soleggiato pomeriggio del fine settimana. “Perché non dovrei essere qui?” ha risposto con un sorriso. “Non c’è nessun posto dove preferirei essere.” Mike è stato un meraviglioso esempio di creatori intrinsecamente motivati che ha studiato. Per esempio, quando ancora frequentava il liceo, seguiva i pittori nei loro atelier. In una delle sue ultime interviste, ha ricordato: Mi interessava soprattutto il fatto che queste persone trascorressero settimane e settimane a lavorare a un dipinto e mentre lavoravano dimenticassero tutto. Poi terminata un’opera d’arte, invece di godersela (che è ciò che ti aspetteresti dalle teorie della psicologia, che si lavora per ottenere qualcosa di gratificante alla fine) dopo circa 10 minuti l’avrebbero messa contro il muro e avrebbero iniziato un nuovo dipinto. Non erano molto interessati al dipinto finito. In altre parole, il lavoro non era un mezzo per raggiungere un fine. Non era per ottenere un voto o un elogio, per soldi, status o fama. Il processo di lavoro era la sua stessa ricompensa. E quando lavorava, il creatore era completamente immerso, completamente assorbito dal lavoro stesso, uno stato psicologico che Mike avrebbe poi chiamato flusso. Lo stato di flusso, si scopre, è relativamente raro. Uno dei motivi è che quando sei nel flusso, stai facendo qualcosa a livelli molto alti sia di sfida che di abilità. Sei al limite di ciò che puoi fare ma hai ancora il controllo. Non sei annoiato (troppo facile) o ansioso (troppo difficile). Non sei preoccupato. E non sei apatico. Quando penso a Mike e al flusso, penso immediatamente a quanto sia stato fortunato ad avere un lavoro che amava così tanto da essere quello che faceva quando non aveva altri obblighi. E penso ai milioni di bambini e adolescenti che, al contrario, trascorrono così tante ore della loro vita annoiati, ansiosi, preoccupati o apatici. Come Mike, credo che le scuole non siano luoghi in cui la maggior parte dei giovani abbia la possibilità di trovare un flusso. Invece, il loro lavoro è spesso troppo facile, troppo difficile o semplicemente irrilevante rispetto a qualsiasi cosa a cui tengano veramente. Prova a porre al giovane della tua vita questa domanda, che in quell’intervista Mike ha menzionato come una rapida diagnosi dello stato di flusso: “Sei mai stato coinvolto in qualcosa che ti attrae così profondamente da non notare che il tempo passa?” Uno dei sogni di tutta la vita di Mike era che le scuole diventassero paradisi della creatività, luoghi in cui i giovani potessero dire con un sorriso: “Perché non dovrei essere qui? Non c’è nessun posto in cui preferirei essere”.
Con grinta e gratitudine,
Angela
Fonte
Finding Flow (Character Lab di Angela Duckworth)