MONDO BUONO, MONDO CATTIVO: COSA INSEGNARE AI RAGAZZI?

Mondo buono o mondo cattivo? Tanti genitori insegnano ai propri figli che il mondo è cattivo, ma in fondo su questa pianeta c’è anche della bellezza. L’articolo di oggi quindi spiega quindi che è importante sottolineare entrambe le facce della medaglia. Trovi l’articolo originale QUI o la traduzione della nostra educatrice Alessia (attività non profit)

 

FUNDAMENTAL BELIEFS

Oggi ho chiesto a Jer Clifton di condividere il suo consiglio della settimana. Come molti ra-gazzi dei primi anni 2000, ho imparato le mie lezioni di vita da The West Wing. Ad un certo punto dello spettacolo, Toby e Andrea si sono resi conto di aver divorziato perché le loro convinzioni opposte su questioni fondamentali hanno avuto un impatto sulla loro genitoria-lità.

Andrea: Mi preoccupo per i bambini. Perché invece di mostrare loro che il mondo è per loro, dirai loro che devono lavorare sodo a scuola in modo da poter vivere una vita di di-sperazione e angoscia.

Toby: Non sarebbe ironico se i nostri figli fossero gli unici ad essere adeguatamente prepa-rati?

Andrea voleva insegnare ai loro figli che il mondo è buono, ad accoglierlo. Toby voleva in-segnare ai loro figli che il mondo è cattivo, a prepararsi.

Quanto sono comuni gli approcci di Toby e Andrea? Cosa aiuta di più i bambini?

Per scoprirlo, io e i miei colleghi abbiamo chiesto ai genitori quali convinzioni basilari del mondo ritenessero fossero le migliori per i loro figli. Chiamiamo queste credenze primor-diali, perché sono assolutamente fondamentali, e la maggior parte si riduce a come tu per-cepisci il mondo, se lo vedi come un brutto posto o meno. Ben la metà dei genitori mirava a insegnare ai propri figli che il mondo è cattivo – sterile, ingiusto, pericoloso, spietato – e sta peggiorando. E quasi tutti pensavano che vedere il mondo come molto buono potesse danneggiare i bambini.

Quindi abbiamo intervistato 4.500 persone di 50 professioni diverse per scoprire come queste convinzioni si sono sviluppate nella vita reale. Dopotutto, forse le persone che ve-dono il mondo come pericoloso possono individuare meglio le minacce e rimanere più in salute. Forse se presumi che tutto andrà in pezzi, non rimarrai mai deluso.

Ma quelli con convinzioni mondiali negative stavano in media peggio su ogni risultato che abbiamo misurato: meno sani, più depressi e con una vita poco soddisfacente, il tutto non amando il proprio lavoro e comportandosi leggermente peggio rispetto ai coetanei nella loro professione. E c’è stata sorprendentemente poca crescita verso la moderazione: più positive sono le opinioni, meglio è.

Inoltre, la nostra ricerca suggerisce che vedere il mondo come cattivo non è solo la conse-guenza di una vita oggettivamente dura. Ad esempio, le persone che sono cresciute ricche non hanno maggiori probabilità di vedere il mondo come buono rispetto a quelle che sono cresciute povere. Possiamo considerare le credenze primordiali come lenti nascoste che usiamo per interpretare la vita piuttosto che specchi che riflettono ciò che abbiamo pas-sato.

Quindi, l’approccio “aspettati il peggio” di Toby è popolare, ma i dati attuali favoriscono la genitorialità “aspettati il meglio” di Andrea.

Non dare per scontato che insegnare ai giovani che il mondo è cattivo li aiuterà.

Sappi che il modo in cui vedi il mondo conta. Personalmente, ho intenzione di insegnare a mia figlia che esistono specifiche cose brutte a cui fare attenzione , ma tutto sommato il mondo è buono. C’è bellezza ovunque, dobbiamo solo aprire gli occhi per vederla.

Con prospettiva e gratitudine,

Jer

Jer Clifton è direttore del UPenn Primals Project.


Fonte:
Fundamental Beliefs  (Character Lab di Angela Duckworth)