SWIMMY, IL PESCIOLINO CHE INSEGNA LA FORZA DEL GRUPPO

Swimmy è un pesciolino che ha paura di farsi mangiare dai pesci più grandi, ma ecco l’idea! Nuotare tutti insieme per sembrare un pesce molto grande!. Cosa ci insegna Swimmy? Sicuramente la forza del gruppo! Leggi il nuovo articolo di Character Lab QUI, o la traduzione della nostra educatrice Alessia (attività non profit)

E ADESSO TUTTI INSIEME!

Questo è il secondo articolo di una serie in tre parti sull’eredità di Albert Bandura. Leggi il primo qui.

Conosci la storia di Swimmy?

Forse, come me, da bambino hai letto e riletto il libro di Leo Lionni del 1963. Oppure, sempre come me, lo leggi notte dopo notte ai tuoi figli.

Ecco di cosa parla.

Swimmy è un pesciolino che vive felicemente nell’oceano con i suoi tanti fratelli e sorelle.

Un giorno, un pesce molto più grande arriva sfrecciando tra le onde e, in un sol boccone, ingoia tutti i pesci del banco tranne Swimmy.

Swimmy fugge e vaga per i mari e, sebbene all’inizio sia spaventato e solo, alla fine si imbatte in un altro banco di pesci proprio come la sua stessa famiglia.

“Andiamo, nuotiamo, giochiamo e VEDIAMO cose!” dice Swimmy felice.

Ma i pesci si nascondono nell’ombra scura di rocce e alghe. Se escono, spiegano, un pesce grosso li mangerà tutti.

Swimmy pensa a lungo.

All’improvviso dice: “Nuoteremo tutti insieme come il pesce più grande del mare!”

E mostra loro come, se nuotano vicini, proprio così, sembreranno un pesce gigante.

Swimmy e il trionfo di questi pesciolini mi sono venuti in mente quando ho letto uno degli articoli che lo psicologo di Stanford Al Bandura ha selezionato, tra le centinaia che aveva scritto, da inviarmi per posta mesi prima di morire.

La scelta è stata tempestiva perché Al stava lavorando a un libro sull’efficacia collettiva, la convinzione di un gruppo, nel loro potere combinato, di raggiungere obiettivi condivisi. La scelta è stata tempestiva anche perché, come ha sottolineato in quella che sarebbe stata la nostra ultima conversazione telefonica, una sola persona da sola non può risolvere sfide come il cambiamento climatico, la disuguaglianza sociale o la pandemia.

Proprio come l’auto-efficacia incoraggia l’individuo a inseguire i propri sogni, l’efficacia collettiva motiva il gruppo a fissare obiettivi condivisi, coordinare le proprie azioni e superare gli ostacoli.

“Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini attenti e impegnati possa cambiare il mondo”, ha detto l’antropologa Margaret Mead. “In effetti, (il mondo) è l’unica cosa che abbia mai avuto.”

Non pensare che la risoluzione dei problemi dipenda dall’individuo o dalle strutture sociali. “L’agentività personale e la struttura sociale”, ha scritto Bandura, “operano in modo interdipendente”. Non è né/o, è entrambi/e.

Condividi la storia di Swimmy con un giovane della tua vita. E ricorda l’eredità di Al Bandura quando leggi l’ultima riga: “E così nuotarono nell’acqua fresca del mattino e nel sole di mezzogiorno e cacciarono via il grosso pesce.”

Con grinta e gratitudine,

Angela

Fonte:
All Togehther Now ( Character Lab di Angela Duckworth )

 

Perché i pesci che nuotano in banco non si scontrano tra loro? - Focus.it